Viaggiare nel mondo del Cinema: "Il Neorealismo, il cinema italiano del dopoguerra"

 Viaggiare nel mondo del Cinema

"Il Neorealismo, il cinema italiano del dopoguerra"

A cura del Dott. Marco Petrucci


Il Neorealismo nel Cinema, è stato questo il tema dell’incontro organizzato ieri pomeriggio dalla Biblioteca del Casale.

Sotto la guida esperta di Marco Petrucci, oramai consolidato “conferenziere” di Cinema, abbiamo scoperto, per molti di noi, per questioni anagrafiche, ri-scoperto la qualità e la “profondità emotiva” dei film di quel periodo.

Un periodo molto breve, che va dal 1945 al 1954, ma soprattutto un periodo in cui l’Italia, che usciva da una guerra devastante, era piena di contrasti, di luci ed ombre.

Per la prima volta la realtà quotidiana veniva trasposta in pellicola ed andava in contrasto con la filmografia contemporanea che portava in scena storie a lieto fine, personaggi romanzati ed un mondo edulcorato. Mai prima un film aveva rappresentato in modo non filtrato la realtà del momento che si stava vivendo.

Talmente in contrasto con le consuetudini, che film come “Roma Città Aperta” o “Ladri di Biciclette”, oggi osannati, non ottennero i favori del pubblico nelle sale e furono, quelli che oggi chiameremmo “fiaschi”.

Marco Petrucci ci ha ricordato che fu emanata nel 1949 una legge a firma del democristiano Giulio Andreotti, che subordinava gli aiuti statali ad un sistema di controllo governativo al film al quale poteva essere negata la licenza di esportazione se “diffamava l’Italia”, e diverse pellicole, tra cui “Ladri di biciclette” furono censurate in quanto si riteneva che dessero una cattiva immagine dell’Italia nel mondo. Dello stesso film, la sinistra più intransigente non comprese e criticò la scelta precisa di individualizzazione del dolore e della questione sociale, la scelta di mostrare l’indifferenza collettiva a tale dolore e il fallimento dell’utopia della solidarietà di classe mentre già si individuano le prime avvisaglie della disuguaglianza originate dal capitalismo.

Interessanti anche gli spezzoni di interviste che ci hanno fatto capire come per diversi anni il Neorealismo cinematografico non sia stato compreso appieno e non sempre apprezzato, a volte anche dagli stessi protagonisti del periodo.

E’ stato messo l’accento anche su molte piccole curiosità come le difficoltà tecniche a reperire i materiali, l’impossibilità di usare studi come quelli di Cinecittà, diventata rifugio per gli sfollati, e quindi per la prima volta si girava per strada con un misto di attori professionisti e comparse prese casualmente. Paradossalmente, ci ha ricordato Marco Petrucci, questo ha portato ad un grande sviluppo della tecnica cinematografica che ha dovuto adattarsi ad una nuova modalità operativa.

Possiamo concludere che anche stavolta l’incontro è stato appassionante, coinvolgente e pieno di stimoli di riflessione quindi raggiungendo pienamente gli obiettivi preposti.

Sempre grazie a Cristina e Rossana, bravissime organizzatrici del progetto “Biblioteca del Casale” e dei suoi incontri, ed a Mimmo de Matteis, Presidente del Centro Anziani Ceribelli , ottimo padrone di casa.






































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